1) È un rapper, blogger e attivista sociale che opera da anni sulla scena rap internazionale.
2) Ha registrato un disco, “Resistenza sonora”, passato alla storia come il primo disco “prodotto dalla mafia”, perché finanziato con i proventi dei beni sequestrati ai boss.
3) È stato in Palestina nell’ambito di un progetto di collaborazione militante con artisti della Cisgiordania e della Striscia di Gaza. In quest’occasione, ha inaugurato un suo seguitissimo blog sulle pagine del Fatto Quotidiano.
4) Un altro suo album, “Radici”, si è aggiudicato il Premio Cultura Contro le Mafie.
5) Nel 2017 è stato premiato da Casa Memoria Impastato a Cinisi, in occasione dell’anniversario dell’uccisione di Peppino; e nello stesso anno ha ricevuto un riconoscimento da parte dall’ANPI per il lavoro sul ricordo della lotta di Liberazione tramite la sua musica.
6) A più riprese il suo percorso ha incrociato quello del nostro Mimmo, come lui stesso racconta sia all’interno del suo blog per il Fatto (https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/04/mimmo-martino-viva-il-lupo-in-sua-memoria/1396758/) sia nelle pagine del suo libro “Resistenza rap”.
Ora. Con un curriculum del genere, potevamo noi perdere l’occasione di mettere in mano a Kento uno dei nostri brani, con l’indicazione precisa di farne qualunque cosa avesse voluto? Non potevamo.
Ne è venuta fuori una cosa bella assai, dolce come una carezza e spiazzante come uno schiaffo. La potete ascoltare tra i petali della nostra Magnolia.