Dare forma, anima e respiro a questo nuovo album ha significato per noi inoltrarsi lungo un sentiero, spesso non agevole da percorrere, che porta a mescolare e contaminare suoni, culture, lingue, esperienze anche assai dissimili dalle nostre. E mantenere salda la certezza che si è tanto più ricchi – e dunque migliori – quanto più ci si riconosce diversi, e non per questo distanti.
Esattamente a questa consapevolezza vuole richiamarci il timbro potente e affilato della voce di Faisal Taher, musicista palestinese e catanese d’adozione. La sua è voce di rispetto, di tolleranza, di pace; voce che incoraggia il dialogo tra culture e religioni, specialmente sulle rive del Mare Nostro.
In uno dei brani della nostra Magnolia, l’arabo della Palestina si mescola con il greco di Calabria prima e con l’italiano poi, e tre lingue diverse si fanno espressione di uno stesso amore.
Se le si ascolta ad occhi chiusi, si sente il soffio teso dello Scirocco che porta profumi, volti e storie di altre terre, di altri fratelli. E le sponde del Mediterraneo sembrano subito più vicine.