Ccicculatera e pittinissa (tradizionale – Martino) è un brano inciso, in due diversi arrangiamenti, negli album Razza Marranchina e Nesci Suli.
«Brigantaggio, emigrazione, prigione erano tutti motivi che allontanavano gli uomini e lasciavano da sole le donne di interi paesi. Queste, senza perdersi d’animo, si riunivano e, magari aiutate da qualche bicchiere di buon vino, inventavano filastrocche come questa.
La particolarità di questo testo è il suo essere intriso si simbolismi sessuali.
Il testo è stato raccolto a San Pantaleo (RC) il 13 Agosto 1978 dalla bocca del Sig. Vincenzo Dimasi (68 anni).»
Mimmo Martino
E cummari nd’aviti palumbi?
E gnura sì ca nd’aju tri.
E cangiamu cu’ lu tari?
E lu tarì mi pari pocu.
E cangiamu cu’ lu focu?
Ma lu focu mi pari ardenti.
E cangiamu cu’ lu serpenti?
E lu serpenti ’nd’avi l’ali.
E cangiamu cu’ lu canali?
A lu canali curri l’acqua.
E cangiamu cu’ la vacca?
Ma la vacca nd’avi li corna.
E cangiamu cu’ la donna?
Ma la donna vaci a la Missa,
cicculatera e pittinissa,
cicculatera e pittinissa,
cicculatera e pittinissa,
cicculatera e pittinissa.
E commare avete colombe?
Signora sì, ché ne ho tre.
E cambiamo col tarì?
E il tarì mi pare poco.
E cambiamo con il fuoco?
Ma il fuoco mi pare ardente.
E cambiamo col serpente?
E il serpente non ha le ali.
E cambiamo col canale?
Al canale corre l’acqua.
E cambiamo con la vacca?
Ma la vacca ha le corna.
E cambiamolo con la donna?
Ma la donna va a Messa.
Cioccolatiera e pettinessa,
cioccolatiera e pettinessa,
cioccolatiera e pettinessa,
cioccolatiera e pettinessa.